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Vado a RAZZO! 🚀

Diciamocelo, in questi mesi di chiusura e di cene una uguale all’altra seduti al tavolo della nostra cucina, i ristoranti che ci sono mancati di più sono quelli dove andiamo di solito.

Per una viaggiatrice e nomade incallita come me, è importante avere dei punti di riferimento in ogni città, soprattutto nella mia Torino, che ti fanno sentire a casa.

Con Razzo è stata una sorta di colpo di fulmine. Ogni volta che torno a Torino, è tappa obbligata. Razzo rappresenta una delle migliori espressioni della cosiddetta bistronomie torinese, un fermento di ristoranti e ristoratori che da qualche anno si sono lanciati in una nuova avventura di proposta enogastronomica.

Localino minimal, ma dal carattere decisamente sopra le righe, dai sapori forti e dagli accostamenti inusuali, vini eccellenti e spesso introvabili altrove.

La brigata è capitanata da Nico Giugni, ex Contraste di Matias Perdomo a Milano, che dal 2019 è approdato a Torino per stravolgere le regole del gioco.

Il menu é di quelli che piacciono a me, 4 robe di qua, 4 cosucce di là, si sceglie in fretta e con l’acquolina in bocca tutte le volte!

La formula vincente è la combo di antipasto, primo e secondo a 36€, che per la materia prima e la ricercatezza dei piatti, te la tirano dietro! Pochi piatti dunque, mai banali e spesso molto minimal all’apparenza ma con un grande lavoro di preparazione.

Ma parliamo del proprietario, nonché gestore, Davide, classe ‘93, che nonostante il carattere un po’ burbero (e fallo un sorriso ‘na volta!), porta avanti la baracca con estrema professionalità, grazie anche al contributo dell’esperto sommelier Jacopo, che ha apportato un notevole arricchimento alla carta dei vini, rendendola in assoluto una delle migliori di Torino! Insomma, Razzo riparte col botto! Sì, perché oltre alla cucina da sballo e ai vini da capogiro, da oggi vi aspetta un dehor da sogno nel cuore di Torino.

Vi assicuro che non sono stata pagata per scrivere cotante lodi (okkkkeeei, magari lo sconto gliel’ho strappato), merita davvero! Alla fine anche Rudo ti fa l’occhiolino.

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